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      Conciossiaché Giorgio Fronspergh co' fanti tedeschi, in numero di tredici in quattordicimila, preso il cammino per Valdisabbio e per la Rocca di Anfo, condotti verso Salò, erano già arrivati a Castiglione dello Strivieri in mantovano. Contro a' quali il duca d'Urbino, che pochi dí innanzi per essere spedito a andargli a incontrare aveva condotto l'esercito a Vauri sopra Adda, tra Trezzo e Cassano, e gittato quivi il ponte e fortificato lo alloggiamento, lasciatovi il marchese di Saluzzo con le genti franzesi e co' svizzeri, grigioni e co' suoi fanti, partí il decimonono di novembreda Vauri, conducendo seco Giovanni de' Medici, seicento uomini d'arme molti cavalli leggieri e otto in novemila fanti; con disegno non di assaltargli direttamente alla campagna ma, infestandogli e incomodandogli delle vettovaglie (il quale modo solo diceva essere a vincere gente di tale ordinanza), condurgli in qualche disordine. Condussesi a' ventiuno a Sonzino, donde spinse Mercurio con tutti i cavalli leggieri e una banda di uomini d'arme per infestargli, e dare tempo allo esercito di raggiugnergli; dubitando già, per essere quel dí medesimo alloggiati alla Cavriana, di non arrivare tardi: di che, scusando la tardità della partita sua da Vauri, trasferiva la colpa nella negligenza e avarizia del proveditore Pisani, per la quale era stato necessitato soprastare uno dí o due piú, per aspettare che in campo fussino i buoi per levare l'artiglierie; dal quale difetto diceva poi essere proceduto grandissimo disordine e quasi la rovina di tutta la impresa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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