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      Perché, se bene giovane di ventinove anni e di animo ferocissimo, la esperienza e la virtú erano superiori agli anni e, mitigandosi ogni dí il fervore della età e apparendo molti indizi espressi di industria e di consiglio, si teneva per certo che presto avesse a essere nella scienza militare famosissimo capitano. Camminorono dipoi i tedeschi, non infestati piú da alcuno, lasciato indietro Governo, alla via di Ostia lungo il Po, essendo il duca d'Urbino a Borgoforte; e a' venti otto dí, passato il Po a Ostia, alloggiorono a Revere: dove, soccorsi di qualche somma di denari dal duca di Ferrara e di alcuni altri pezzi di artiglieria da campagna, essendo già in tremore grandissimo Bologna e tutta la Toscana, perché il duca di Urbino, ancoraché innanzi avesse continuamente affermato che passando essi Po lo passerebbe ancora egli, se ne era andato a Mantova, dicendo volere aspettare quivi la commissione del senato viniziano se aveva a passare Po o no. Ma i tedeschi, passato il fiume della Secchia, si volseno al cammino di Lombardia per unirsi con le genti che erano a Milano.
      Nel quale tempo, il viceré partito da Corsica con venticinque vaselli, perché due [navi] erano, per l'ira del mare, innanzi arrivasse a San Firenze, andate a traverso e cinque sferrate dalle altre andavano vagando, riscontrò a' ventidue dí, sopra Sestri di Levante, con sei galee del re di Francia cinque del Doria e cinque de' viniziani; le quali appiccatesi insieme, sopra Codemonte, combatterono da ventidue ore del dí, insino alla notte: e scrisse il Doria avere buttato in fondo una loro nave dove erano piú di trecento uomini, e con l'artiglieria trattata male tutta l'armata; e che per il tempo tristo le galee erano state sforzate a ritirarsi sotto il monte di Portofino, e che aspettavano la notte medesima l'altre galee che erano a Portovenere; e venendo o non venendo volevano, alla diana, andare a cercarla.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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