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      I quali, essendo già vicina la notte, feceno l'alloggiamento in faccia loro; con speranza grande di Renzo e di Vitello (le azioni del quale in questa impresa procedevano con mala sodisfazione del pontefice) di avergli a rompere, o fermandosi o ritirandosi; come si crede che senza dubbio sarebbe seguito se avessino o fatto lo alloggiamento in su il colle preso o se fussino stati avvertiti e desti a sentire la ritirata degli inimici. Perché il viceré, non il giorno seguente ma l'altro giorno, due ore innanzi dí, senza fare segno o suono di levarsi, si partí con l'esercito, abbruciata certa munizione che gli restava e lasciate molte palle di artiglierie, e ancora che, intesa la partita sua, gli ecclesiastici gli spignessino dietro i cavalli leggieri, che preseno delle bagaglie e qualche prigione di poco conto, non furono a tempo a fargli danno notabile. Lasciò nondimeno addietro qualche munizione, e si ritirò a Cesano e di quivi a Cepperano.
     
      Lib.18, cap.3
     
      Deliberazione dei collegati di assalire il regno di Napoli. Princìpi dell'impresa; irresoluzione del pontefice; azioni dell'armata dei veneziani contro la Campania e dell'esercito negli Abruzzi. Ragioni per cui non procede l'impresa contro il regno di Napoli.
     
      Per la ritirata del quale, il papa, preso animo e stimolato dagli imbasciadori de' confederati a' quali non poteva sodisfare altrimenti, si risolvé a fare la impresa del regno di Napoli. Perché e Robadanges, che aveva portato i diecimila ducati per conto della decima e i diecimila per conto di Renzo, aveva commissione non si spendessino senza consentimento di Alberto Pio, di Renzo e di Langes, e in caso fussino sicuri che il pontefice non si accordasse; e i viniziani, a' quali era andato maestro Rossello per indurgli ad accettare la tregua proposta dal viceré e approvata dal papa (ma per essersi in cammino rotto una gamba aveva mandato lo spaccio), risposeno non volere fare la tregua senza la volontà del re di Francia, con tanto maggiore animo quanto si intendeva le cose di Genova essere ridotte in grandissima estremità di vettovaglie.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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