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      Il quale, dimostrando qualche timore per la andata degli imperiali in Romagna, mandò dumila fanti de' viniziani a guardia del suo stato; benché per molti si dubitasse, e per il pontefice particolarmente, che secretamente non avesse promesso a Borbone di non gli dare impedimento al passare in Toscana.
      Il duca di Borbone in questo mezzo, cercando da ogni parte vettovaglie, delle quali era in somma necessità, mandò una parte dello esercito a Cotignuola: la quale terra benché forte di muraglia, battuta che l'ebbe [con] pochi colpi, ottenne per accordo: perché gli uomini della terra, come molti altri luoghi di Romagna, temendo delle rapine de' soldati amici, gli avevano recusati. Presa Cotignuola, mandò a Lugo i quattro cannoni; e per provedersi di vettovaglie e per impedimento dell'acque, soprastette tre o quattro dí in su il fiume di Lamone; dipoi, il terzodecimo dí di aprile, passato il Montone, alloggiò a Villafranca, lontana cinque miglia da Furlí: nel quale dí il marchese di Saluzzo svaligiò cinquecento fanti, quasi tutti spagnuoli, che andavano sbandati cercando da vivere, verso Monte Poggiuoli, come andava per la necessità quasi tutto il resto dello esercito. Alloggiò Borbone, il quartodecimo dí, sopra strada alla volta di Meldola, cammino da passare in Toscana per la via di Galeata e di Val di Bagno; sollecitandolo molto i sanesi, che gli offerivano copia di vettovaglie e di guastatori; e camminando con l'abbruciare i tedeschi tutti i paesi donde passavano, assaltorono la terra di Meldola, che si arrendé e nondimeno fu abbruciata.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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