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      A rincontro della muraglia fece il marchese uno bastione vicino a uno tiro di archibuso, e due altri in sul lito del mare, uno da ogni parte; ma questi tanto lontani che battevano il mare e la porta di verso il mare, per impedire che le galee non vi mettessino soccorso o vettovaglia. Dette, di aprile, il Guasto l'assalto a Monopoli; dove, secondo gli avvisi di Barletta, perdé piú di cinquecento uomini e molti guastatori, e rotti tre pezzi di artiglieria; e si discostò uno miglio e mezzo: perché i viniziani, usciti fuora, scorseno tutti i bastioni suoi, ammazzando piú di cento uomini; e l'artiglieria della terra gli danneggiava assai, e avevano assicurato il porto con uno bastione fatto in su il lito a rincontro del suo. E perché i viniziani non bastavano a guardare quello e l'altre terre, Renzo aveva mandato gente a Monopoli; e una delle due galee loro che andavano a Monopoli con fanti e vettovaglie si roppe in porto.
      Accostossi di nuovo il Guasto a Monopoli (dove era Cammillo Orsino e Giovanni Vitturio proveditore), dove faceva due cavalieri per battere per di dentro, e trincee per condursi in su' fossi e riempiergli con seicento carra di fascine (ma poco poi, usciti di Monopoli dugento fanti, abbruciorno il bastione o cavaliere di mezzo); e accostatosi con una trincea al diritto della batteria, e fatta una altra trincea al diritto degli alloggiamenti spagnuoli, lontana al fosso uno tiro di mano, e dietro a quella fortificato uno bastione, vi piantò su l'artiglieria, e batté sessanta braccia di muro, a quattro braccia da terra vel circa.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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