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      Ma il Torniello, come seppe il caso della rocca, tornò subito a Novara, e con minacci e con preparazione di dare lo assalto spaventò in modo quegli soldati sforzeschi che, pattuita solo la sua salute senza curarsi di quella de' novaresi che erano con loro, arrenderono la rocca. Deliberossi adunque di infestare Milano con le genti de' viniziani e del duca di Milano: benché il duca di Urbino disse che, per essere piú vicino allo stato de' viniziani, non si fermerebbe a Moncia ma a Casciano; e San Polo, il quale era alloggiato alla badia di Viboldone, deliberò di tornare di là dal Po per andare verso Genova. Con questo consiglio andò ad alloggiare a Landriano, lontano dodici miglia da Milano tra le strade di Lodi e di Pavia. E volendo andare il dí seguente, che era ventiuno di giugno, ad alloggiare a Lardirago alla volta di Pavia, scrive il Cappella che mandò innanzi l'artiglierie e i carriaggi e la vanguardia, e lui partí piú tardi con la battaglia e col retroguardo; e che il Leva, avvisato dalle spie del ritardare suo e della partita dell'antiguardia, uscí di notte di Milano con la gente incamiciata (egli, perché aveva già lungamente il corpo impedito da dolori, armato in su una sedia, portato da quattro uomini); e giunto a due miglia di Landriano, andando senza suoni, avuto dalle spie San Polo non essere ancora partito da Landriano, accelerato il passo gli assaltò innanzi sapessino la sua venuta: essendo già il primo squadrone, sotto Gian Tommaso da Gallerà, camminato tanto innanzi che non era a tempo al soccorso de' suoi.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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