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      Però, aborrendo il concilio, né avendo per sicurtà bastante la fede di Cesare, comunicando le cose con cardinali deputati alla discussione di questa materia, sospettosi ancora loro della correzione del concilio, rispondeva mostrando molte ragioni per le quali non era opportuno a trattarne, non si vedendo ancora stabilita bene la pace tra i príncipi cristiani, temendosi di nuovi moti del turco, i quali non sarebbe utile che trovassino la cristianità occupata nelle disputazioni e contenzioni del concilio: e nondimeno, mostrando rimettersene al parere di Cesare, conchiudeva essere contento
      che e' promettesse nella dieta la indizione del concilio, pure che si celebrasse in Italia e presente lui, assegnato tempo congruo a congregarlo, e che i luterani e altri eretici, promettendo di stare alla determinazione del concilio, desistessino intratanto dalle corruttele loro, e rimettendo la sedia apostolica nella possessione della sua obedienza vivessino come solevano prima, e come cattolici cristiani. Da che si difficultava tutta la pratica: perché i luterani non solo non erano per desistere dalle opinioni e riti loro innanzi alla celebrazione del concilio, ma si credeva comunemente che aborrissino il concilio non potendo aspettarne altro che reprobazione delle opinioni loro (conciossiaché la maggiore parte di quelle, e le piú principali, fussino state reprobate piú volte come eretiche dagli antichi concili), ma che dimandassino la convocazione di esso perché, sapendo essere cosa spaventosa a' pontefici, si persuadessino non avesse a essere concesso, e cosí sostentare con maggiore autorità appresso a' popoli la causa loro.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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