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      Però si ridusse a pregare il pontefice che, almeno durante la lega, si obligasse di non offendere lo stato che teneva Alfonso: in che, dopo molte dispute, il papa consentí, di assicurarlo per diciotto mesi. E fu finalmente conchiusa la lega, la quale fu stipulata il giorno, tanto felice a Cesare, di san Mattia. Contenne la confederazione obligo, da' viniziani in fuora, di Cesare del re de' romani e di tutti gli altri potentati d'Italia, alla difesa d'Italia; non vi nominando però dentro i fiorentini, per rispetto di non turbare i loro commerci, se non nel modo che erano stati nominati nella lega di Cugnach. Fu espresso con che numero di gente avesse ciascuno di loro a concorrere, e con che quantità di denari a contribuire ciascuno mese: Cesare per trentamila ducati, il pontefice, che si disegnava pagasse per sé e per i fiorentini, per ventimila, il duca di Milano per quindicimila, il duca di Ferrara per diecimila, genovesi per [seimila], sanesi per [dumila], lucchesi per mille, e che,
      per trovarsi qualche preparazione a uno assalto improviso, tanto che con contribuzioni si potesse poi difendersi, si facesse allora uno deposito di somma quasi pari alle contribuzioni, che non si potesse spendere se non in caso che si vedesse in pronto le preparazioni di assaltare Italia. Ordinossi ancora una piccola contribuzione annuale per intrattenere i capitani che restavano in Italia, e per pagare certe pensioni a' svizzeri, acciò che non avessino causa di dare fanti al re di Francia: e di comune consenso fu dichiarato capitano generale di tutta la lega Antonio de Leva, con ordine si fermasse nel ducato di Milano.


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Storia d'Italia
di Francesco Guicciardini
pagine 2094

   





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