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      Dalla parte della lega era ancora difficultà nel duca di Milano, che male volentieri ci si conduceva; pure finalmente fu tanta la volontà del re che si facessi questa conclusione, e cosí de' viniziani, che el duca, per non rompere col re, ed el papa per non rimanere solo in Italia, vi condescesono. E cosí si concluse una lega generale di tutta Italia, con riservazione della lega particulare del re Ferrando, duca Galeazzo e fiorentini; e cominciossi a praticare di uno sussidio universale contra el turco, faccendone massime grandissima instanzia el re Ferrando, alla quale pratica, per essere Pierfrancesco tornato a Firenze, rimase solo Iacopo Guicciardini.
      Ma come avviene che quelle cose che si fanno a male in corpo per ogni piccola difficultà si impediscono, cosí intervenne che, nata differenzia nel distendere le scritture per certe parole che volevono si aggiugnessino gli oratori ducali, non però di molta importanza, ed el papa non le consentiva, lo effetto fu che el duca non ratificò a questa lega; e benché la ratificazione de' fiorentini fussi venuta, pure lo oratore loro non soscrisse le scritture e cosí el cancelliere suo che ne era rogato; perché cosí fu la intenzione di chi governava a Firenze, per non si spiccare dal duca, non però con determinazione publica, per non dare tanto carico a chi aveva lo stato; e cosí in effetto le cose rimasono pendente.
      In questo tempo ed anno 1470, Lorenzo de' Medici cominciò in Firenze a pigliare piede perché faccendosi gli accopiatori, che avevano a creare la signoria, pel consiglio del Cento, lo stato usava fare qualche intelligenzia particulare in compagnie di notte, e qui disegnare chi avessi a essere fatto, e di poi con questo ordine, in questo e negli altri magistrati, andare nel consiglio del Cento, el quale era solito a eseguire el disegno.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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