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      La quale risposta non piacendo al papa e re, si roppe questa pratica e pochi mesi poi si rappiccò, tendendo el papa e re pure al fine di rompere la particulare. El quale disegno diventava loro ogni dí piú facile, per avere e' viniziani uno ardentissimo desiderio che e' principi cristiani concorressino alla impresa contro al turco, e d'altra parte sendo el duca di Milano molto alieno, perché gli pareva, stando e' viniziani in guerra, avere da non temere di loro, dove, quando fussino in pace, non gli pareva essere cosí sicuro del suo stato. Di che fra e' viniziani ed el duca cominciò a nascere qualche ombra, in modo che el duca fu talvolta in disposizione, ed etiam ne tenne pratica, di riunirsi e collegarsi col re; la qual cosa non messe però a effetto, forse presentendo che la città non vi sarebbe concorsa, per dispiacergli volubilità e mutazione tanto spesse.
      Seguitò di poi per principio di cose e movimenti grandissimi la morte del duca Galeazzo, el quale nel 1476 a dí 26 di dicembre, el dí di santo Stefano, fu morto in Milano da Giovanni Andrea da Lampognano; e perché era rimasto di lui uno piccolo figliuolo chiamato Giovan Galeazzo, si dubitò assai che e' popoli sudditi non facessino qualche movimento, il che sarebbe dispiaciuto assai alla città, rispetto alla amicizia e congiunzione tenuta tanto tempo con quella casa, e per la sicurtà e riputazione ne traeva lo stato nostro in ogni occorrenzia. Furono adunche subito deputati imbasciadori a Milano messer Tommaso Soderini e messer Luigi Guicciardini, e' quali, andati con somma prestezza, trovorono le cose in buona disposizione e si adoperorono assai a confermarle ed assicurarle per la via buona.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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