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      Fu in questo esercito ancora Alfonso duca di Calavria, primogenito del re ed apresso a lui ed el duca Federigo era la cura del tutto. Dall'altra banda e' viniziani e lo stato di Milano, secondo gli oblighi della lega, mandorno gente di arme e fanterie in favore de' fiorentini, ma non quello numero sarebbe suto necessario, in modo che trovandosi superiore di forze lo esercito inimico, el nostro non potendogli stare a petto alla campagna, si ridusse in sul Poggio Imperiale, sendo commessari generali messer Luigi ed Iacopo Guicciardini. E non andavano le cose bene, perché mancando un capitano generale che fussi condotto da tutta la lega, le gente de' collegati non erano in quella ubidienzia che bisognava; di che lo esercito inimico, oltre allo essere superiore di forze, andava sanza rispetto campeggiando e' luoghi gli pareva. Presono adunche Radda, Rencine, Brolio, Cacchiano e la Castellina, dove stettono a campo ventinove dí.
      Era venuto in questo mezzo in campo, capitano di tutta la lega Ercole duca di Ferrara, el quale però, per non essere pari agli inimici di gente, non scese del Poggio, ma molestava e' sanesi con prede e scorrerie, tenendo sempre fermo gli alloggiamenti in sul Poggio, per essere quello sito fortissimo, ed un freno agli inimici, che, poi che ebbono espugnati e' primi luoghi in sulle frontiere, non ardissino distendersi piú verso e' luoghi vicini alla città. Di che gli inimici, per non perdere tempo, volsono alla fine dello anno lo esercito verso la Valdichiana ed accamporonsi al Monte a San Sovino.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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