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      Questa perdita del Monte sbigottí ed alterò assai l'universale della città, perché fu contro la opinione commune, riputandosi che quel luogo fussi forte ed eziandio molto fedele ed ebbonne el capitano e commessari e le gente nostre gran biasimo, ed imputatine di viltà, come se non fussi bastato loro lo animo a soccorrerlo e di qui gli uomini del Monte, privati di speranza del soccorso, si fussino dati. Nondimeno pe' piú savi si ritrasse essere stata malignità di parecchi capi della terra, e' quali a poco a poco avevano persuaso la moltitudine, che da sé naturalmente era inclinata alla divozione nostra e cosí che le gente nostre meritavano scusa, perché non potevano avere a fare con gli inimici, se non con gran disavantaggio.
      Nel medesimo tempo fu in Firenze un poco di disordine causato dagli otto della balía. Quello magistrato ne' tempi passati era stato creato con grandissima autorità nelle cose criminali, sottoposta pure nel giudicare, benché non nel procedere, alle leggi e statuti della città, e con potestà libera ed assoluta e fuora di ogni legge, ne' peccati concernenti lo stato; e fu invenzione di chi si trovava nelle mani el reggimento, per avere un bastone a loro posta, col quale potessino stiacciare el capo a chi volessi malignare ed alterare el governo. E benché la origine sua nascessi da violenzia e tirannide, riuscí nondimeno un ordine molto salutifero; perché come sa chi è pratico nella terra, se el timore di questo magistrato, che nasce dalla prontezza del trovare e' delitti e giudicargli, non raffrenassi gli animi cattivi a Firenze non si potrebbe vivere; e cosí come detto ufficio fu pienissimo circa alle cose criminali, gli fu proibito per espresso non potessi impacciarsi nel civile.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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