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      Fu però mandato a Vinegia oratore messer Tommaso Soderini ed a Milano si trovava Girolamo Morelli; e' quali molte volte discorsono e mostrorno come gli eserciti che noi avevamo avuti fra nostri e loro la state passata, non erano bastanti stare in campagna ed a petto agli inimici, e però non si faccendo maggiore sforzo, che loro continuamente si insignorirebbono de' luoghi nostri ed indebolirebbonci in modo che noi saremo constretti pigliare con gran disavantaggio nostro e di tutta la lega qualche partito con loro, benché la intenzione nostra fussi prima morire che abandonare la lega e mancare della fede nostra, essere necessario, se ci volevano conservare lo stato secondo gli oblighi mandare aiuti piú gagliardi e fare altri disegni che l'anno passato. Soggiunsono di poi che, quando bene ci mandassino l'esercito che fussi per resistere agli inimici ad essere loro mai nondimeno non bastare per la salute nostra, perché e' danni che si facevano cosí da' soldati nostri come dagli inimici a' nostri cittadini e sudditi erano tanto grandi e sí innumerabili che continuandosi piú tempo era impossibile a reggerli, avendo massime tanto peso d'avere colle borse private a sostenere tutte le spese ed incarichi della guerra; consumarsi a poco a poco questo corpo ed in modo diminuirsi, che, non si rilevando, cadrebbe da se medesimo, la vera ed unica medicina di questo male essere che fra noi ed e' nostri collegati si facessi tanta forza che si potessi cacciare gli inimici di su' nostri terreni e perseguitargli in ogni luogo e fare la guerra potentemente a casa loro.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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