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      El medesimo interveniva a' nostri di verso Siena, in modo che gli inimici con questa astuzia tenevano impedite molte piú gente che loro non erano, e consultandosi del rimedio a questo male, pareva necessario unire insieme questi due eserciti, co' quali per essere in piú numero si sarieno sanza dubio urtati gli inimici, ma non si poteva, per la quistione stata tra e' ferraresi e mantovani, e cosí perché el magnifico Ruberto Malatesta ed el signore Gostanzo di Pesero, nostro soldato, erano inimici ed incompatibili in uno campo medesimo. Restava ingrossare tanto l'uno e l'altro campo che separati potessino stare a petto agli inimici; il che non ebbe effetto, percné gli aiuti de' viniziani erano freddi e deboli, e cosí dello stato di Milano; massime che in quello tempo el signore Lodovico, monsignore Ascanio ed el signore Ruberto da Sanseverino con spalle e favore del re presono Tortona ed alcune terre di quello stato; e lo effetto fu che madonna Bona, mossa da paura e da persuasioni come donna, gli richiamò al governo del figliuolo, e loro subito entrati incarcerorno messer Cecco e poi gli feciono tagliare el capo.
      Fu necessario, intendendosi questi movimenti di Milano, che el marchese di Mantova loro soldato ed el duca Ercole, capitano di tutta la lega, andassino a Milano benché Ercole lasciassi in sul Poggio le sue gente a governo di messer Gismondo da Esti suo fratello. Indebolito in questo modo e' nostri campi, e continuando gli inimici la astuzia loro, si consumò tutta la state; pure finalmente e' perugini, non volendo piú soportare la guerra ed avendo cosí protestato al papa, erano alle strette di pigliare accordo colla lega; quando gli inimici intendendo farsi in sul Poggio Imperiale mala guardia ed essere disordinato molto quel campo, di che era a governo messer Gismondo e commessario Girolamo degli Albizzi, ed avendo certa intelligenzia in una bastía vi era, partitisi dal ponte a Chiusi a grandissime giornate, assalirono improvisamente e' nostri in sul Poggio, e' quali per questo assalto sí subito sbigottiti, né si rifidando al sito fortissimo, sanza fare alcuna difesa vilissimamente si fuggirono e furono rotti.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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