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      Perché Innocenzio, veduto che e' baroni erano nel regno in declinazione, e già alcuni erano ritornati alla divozione del re, e la lega in modo al disopra di quello di Roma, che non vi stava drento sanza pericolo, subito per mezzo di messer Gian Iacopo da Triulzi e di Ioanni Ioviano Pontano secretario del duca di Calavria, conchiuse pace colla lega: nella quale assettate le cose di Roma, furono e' baroni e l'Aquila lasciata a discrezione del re; fu provisto che el signore Ruberto non fussi piú suo soldato e si partissi de' terreni sua; di Serezzana ed altri desideri particulari de' fiorentini non si parlò, con poca satisfazione della città.
      Fatta la pace, el signore Ruberto licenziato prese la volta di Romagna per ridursi colle gente nelle terre de' viniziani; la quale cosa sendogli negata, per non si tirare la guerra adosso, fu constretto lasciare le gente in mano degli inimici, andarsene con pochi cavalli a Ravenna e di quivi a Vinegia. El re, avute le nuove della pace, innanzi la publicassi fece subito pigliare el conte di Sarni, el Coppola, secretario, messer Empò, messer Anello ed alcuni altri che gli avevono occultamente trattato contro, e presone la debita punizione, trovò in loro di mobile el valsente di piú che trecentomila ducati; e di poi voltose a rassettare le cose sue, non avendo quasi ostaculo dagli inimici perché erano abandonati, gli spacciò tutti; e si fece cosí intero ed assoluto signore di quel regno, come ne fussi stato alcuno altro gran tempo innanzi; in modo che gli fu imputato a felicità l'avere avuta questa guerra, per avergli data occasione di assicurarsi de' baroni.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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