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      Dispiacque assai questa cosa a Lorenzo de' Medici ed a' cittadini dello stato, parendo loro che se si introducessi in consuetudine che una signoria avessi ardire ammunire e' cittadini sanza conferirne con chi governava, che lo stato loro fussi a cavallo in su uno baleno e che sei fave gli caccierebbono un dí da Firenze; e però come el gonfaloniere fu uscito, fattasi pratica di questo caso, furono restituiti e' collegi ammuniti, ed el Nero Cambi fu ammunito in perpetuo.
      Ne' medesimi tempi stando Italia tutta in pace e le cose della città in sommo ozio e felicità, si prese forma riordinare molte cose di drento; e levata a' settanta la autorità di creare la signoria, perché le cose andassino piú strette, si elessono accopiatori che la facessino; e di poi perché pareva dovere nella città riordinarsi molte cose, e circa al creare e' magistrati e circa alle gravezze e circa al Monte e circa alle gabelle, per fuggire la difficultà ed el tedio delle provisioni e de' consigli, fu data per gli oportuni consigli autorità e balía a diciassette cittadini. che potessino disporre di tutte le cose della città tanto quanto poteva tutto el popolo di Firenze; e furono creati detti diciassette cittadini, e' quali furono questi: Lorenzo de' Medici, Iacopo Guicciardini, Bernardo del Nero, Niccolò Ridolfi, Pierfilippo Pandolfini, Giovanni Serristori, messer Agnolo Niccolini, messer Piero Alamanni,...
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      Antonio di Bernardo. E perché Iacopo Guicciardini morí durante l'ufficio, fu eletto in suo luogo Piero suo figliuolo.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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