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      Aiutavalo la sua liberalità infinita, colla quale abondava a' valenti uomini le provisione e gli soppeditava tutti gli instrumenti necessari alle arte loro come quando per fare una libreria greca mandò el Lascari, uomo dottissimo e che leggeva greco in Firenze, e cercare insino in Grecia libri antiqui e buoni.
      Questa medesima liberalità gli conservava el nome e le amicizie co' principi e fuora di Italia, non pretermettendo lui alcuna spezie di magnificenzia, con sua gandissima spesa e danno, colla quale potessi trattenersi gli uomini grandi; in forma che moltiplicando a Lione, a Milano, a Bruggia e ne' luoghi dove erano e' traffichi e ragione sua, le spese per le magnificenzie e donativi, e diminuendosigli e' guadagni per non essere governate da uomini sufficienti, come Lionetto de' Rossi, Tommaso Portinari e simili, ed inoltre non gli sendo renduti e' conti bene, perché lui non si intendeva della mercatura e non vi badava, si condusse piú volte in tanto disordine, che fu per fallire e gli fu necessario aiutarsi e co' danari degli amici e co' danari publici. E però nel 78 accattò da' figliuoli di Pierfrancesco de' Medici ducati sessantamila, e' quali non potendo loro rendere, gli pagò di quivi a qualche anno assegnando loro Cafaggiuolo colle possessione aveva in Mugello; ordinò che in quella guerra e' soldati si pagassino al banco de' Bartolini, dove lui participava; e per suo ordine era ritenuta ne' pagamenti tanta quantità che portava circa a otto per cento, che tornava danno al comune; perché e' condottieri tenevano tanto manco gente che si salvavano, ed el commune bisognava facessi tante piú condotte.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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