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      Furono questi princípi di Piero sí grandi, avendo sí gagliardamente in beneficio suo la unione della città ed el favore de' principi, che se a tanta fortuna e stato fussi pure mediocremente corrisposto la prudenzia, era in modo confitto in quella autorità, che era quasi impossibile ne cadessi; ma el suo poco cervello e la mala sorte della città feciono facilissimo quello che pareva non potessi essere. Nella quale cosa io mi ingegnerò di mostrare non solo gli effetti e le cagione in genere, ma ancora, quanto piú particularmente potrò le origine e le fonte di tutti e' mali.
      Transferita, anzi perpetuata in Piero questa grandezza del padre, e parendo che nel principio si consigliassi cogli amici del padre e dello stato, come si diceva avergli ricordato Lorenzo alla morte, accadde che Bernardo Rucellai che aveva avuto per donna una sorella di Lorenzo, e Paolantonio Soderini che era cugino carnale di Lorenzo e nato di una sorella della madre sua, ed e' quali erano stati a tempo di Lorenzo adoperati assai, pure con quegli riguardi che erano gli altri che sanza el caldo di Lorenzo parevano atti a avere per lo ordinario riputazione nella città ristrettisi insieme credo con desiderio di mantenere pure lo stato a Piero, ma che e' limitassi e moderassi alcuna di quelle cose che a tempo di Lorenzo erano state grave a' cittadini e le quali, insino vivo Lorenzo, Bernardo Rucellai aveva qualche volta biasimate, gli cominciorono a persuadere che e' volessi usare moderatamente la autorità sua e, quanto pativa la conservazione dello stato suo, accostarsi piú tosto a una vita civile, che continuare in quelle cose che davano ombra di tiranno, per le quale molti cittadini avevano voluto male a Lorenzo; mostrandogli che in effetto questo sarebbe un fortificare lo stato suo per la grazia e benivolenzia ne acquisterebbe colla città.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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