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      E sendo in su' princípi, e non avendo ancora trattato cosa di importanza, venuta la cosa a luce, di aprile nel 94 furono tutt'a due sostenuti; e poi che ebbono aperto quello che avevano, benché Piero fussi malissimo disposto con loro, nondimeno non concorrendo a insanguinarsi e' cittadini dello stato furono liberati e confinati fuori di Firenze alle loro possessioni a Castello, e Cosimo Rucellai assente ebbe bando di rubello.
      Ed in quegli medesimi dí entrorono in Firenze quattro imbasciadori franzesi, e' quali andavano a Roma, ed esposono per transito la deliberazione del re e gli apparati faceva per passare in Italia, richiedendo la città lo favorissi o almeno gli concedessi per le sue gente passo e vettovaglia. Fu per voluntà di Piero, che per intercessione degli Orsini si era tutto dato al re di Napoli, contro al parere di tutti e' savi cittadini, negato l'uno e l'altro, pretendendo non poterlo fare per la lega vegghiava ancora col re Alfonso, e ribollendo ogni dí le cose, furono mandati dalla città imbasciadori a Vinegia Giovan Batista Ridolfi e Paolantonio Soderini, per intendere la intenzione loro circa a questi movimenti e persuadere loro non volessino lasciare andare innanzi la ruina di Italia. E cosí ogni dí piú la città si scopriva per Napoli contro a Francia, con dispiacere universale del popolo, inimico naturalmente della casa di Ragona ed amico di Francia, contro alla voglia ancora de' cittadini dello stato, e' quali vedendo Piero tanto ostinato a questa via non si ardivano contradirgli; e massime che messer Agnolo Niccolini e quegli piú suoi intrinsechi, parlavano sempre nella pratica sanza rispetto per questa parte.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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