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      Non mancorono dal canto della città tutti quegli onori si potevano fare a un tanto principe: andorono a incontrarlo a cavallo moltissimi giovani vestiti riccamente con livree; andòvi tutti gli uomini di qualità: la signoria, secondo la consuetudine, a piè insino alla porta a San Friano; in Santa Liperata, dove prima aveva a smontare, tutti gli apparati si potevano farvi, ma la magnificenzia e suntuosità grande fu dal canto del re. Entrò in Firenze con tutto lo esercito armato: prima le fanterie a fila coll'arme in asta, balestre e scoppietti de' quali gran parte e quasi tutti erano svizzeri, di poi e' cavalli e gli uomini di arme tutti armati, cosa bellissima a vedere pel numero, per la presenzia degli uomini e per la bellezza delle arme e de' cavalli, con ricchissime sopraveste di drappi e di broccati d'oro; in ultimo el re tutto armato sotto el baldachino, come vincitore e triunfatore della città, cosa in sé bellissima ma poco gustata, per essere gli uomini pieni di spavento e di terrore. Usò un segno di umanità, ché volendo la signoria, secondo si costuma quando entra nella città papa, imperadori o re, pigliargli la briglia del cavallo, non volle in modo alcuno acconsentire. Venne con questa pompa dalla porta a San Friano nel Fondaccio e Borgo San Iacopo, e quivi passato el ponte Vecchio, per porta Santa Maria ne andò in piazza, e di poi a Santa Liperata ed a casa Piero de' Medici, dove gli era parato lo alloggiamento. Cosí tutti e' soldati sua a cavallo ed a piè furono alloggiati per la città e compartiti per le casa de' cittadini, cosa insolita a loro che gli solevano mandare e distribuire a casa altri, non tenergli nelle loro.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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