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      Cosí si disegnava fare di ser Giovanni delle riformagione el quale era in odio grandissimo, ed anche non molto d'assai uomo ma fra Girolamo lo scampò, gridando in pergamo che non era piú tempo da giustizia ma da misericordia; e fugli perdonato la vita e condotto nelle carcere di Volterra in perpetuo, donde parecchi anni poi fu cavato ed assoluto interamente.
      Erano nella città molti che arebbono voluto percuotere Bernardo del Nero, Niccolò Ridolfi, Pierfilippo, messer Agnolo, Lorenzo Tornabuoni, Iacopo Salviati e gli altri cittadini dello stato vecchio; alla quale cosa si opponevano molti uomini da bene, massime Piero Capponi e Francesco Valori, parte mossi dal bene publico perché in verità si sarebbe guasta la città, parte dal privato loro. Perché sendo loro naturalmente ed e' maggiori loro amici della casa de' Medici, e che nel 34 avevano rimesso Cosimo, dubitavano che spacciati gli altri dello stato vecchio, e' quali vulgarmente si chiamavano bigi, loro non restassino a discrezione degli offesi nel 34, che naturalmente erano anche inimici loro; e per questa cagione nella elezione de' dieci e de' venti vi avevano mescolato ancora di quegli che non erano stati mai urtati da Piero, come Giuliano Salviati, Lorenzo Morelli, Piero Guicciardini e simili, che erano in meno carico col popolo che gli altri. E nondimeno, benché e' favorissino una cosa giusta e ragionevole, e la autorità loro fussi allotta grandissima, sarebbe stato quasi impossibile avessino tenuta questa piena, sendo cosa procurata da tanti inimici dello stato vecchio e grata al popolo, a chi piacciono tutte le novità e travagli, quando venne uno aiuto non pensato, da fra Girolamo; del quale perché fu uomo valentissimo ed instrumento di cose e moti grandi nella città nostra, ne racconterò quelle cose che paiono dovere fare lume a quello in che necessariamente s'ha a ricordare.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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