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      La quale cosa sendo fatta, e piacendo piú quello de' dieci, fu mandato per fra Girolamo, al quale, presente la signoria, fu letto questo modo, e lui avendolo approvato con parole savie e con mostrare che allora era assai fermare un modo che fussi buono in universale, perché e' disordini che fussino ne' casi particulari col tempo si conoscerebbono meglio, e piú maturamente si limerebbono e correggerebbono, ed in effetto, chiamati el consiglio del popolo e del comune, si vinse ed approvò. Lo effetto fu che si facessi uno consiglio nel quale intervenissino tutti e' cittadini netti di specchio e che fussino di età d'anni ventinove finiti, e che loro o padri, avoli o bisavoli, fussino stati de' tre maggiori; eleggessinsi in quello consiglio tutti gli ufici e magistrati della città e di fuori, eccetto la signoria, la quale s'avessi a eleggere da' venti per quello anno, e finito l'uficio loro, pel consiglio grande. El modo dello eleggere fussi che, a ogni uficio, si traessi di una borsa generale certo numero di elezionari, e' quali nominassino uno per uno, non potendo però nominare alcuno di casa sua; e quegli cosí nominati andessino a partito, e quello che aveva piú fave nere che gli altri e vinceva el partito per la metà delle fave ed una piú, si intendessi eletto a tale uficio; eccetto certi ufici di fuora, da un certo salario in giú, ne' quali non andassi a partito chi era nominato, ma chi era tratto dalla borsa generale, vincendo però el partito, e rimanendo quello aveva piú fave; e perché gli elezionari avessino causa di fare buone nominazioni, fu ordinato che ognuno che nominava uno el quale fussi eletto, guadagnassi uno tanto, secondo la qualità dello uficio.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





Girolamo