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      XIII
     
      «LA IMPRESA DI NAPOLI».
      LEGA ITALICA CONTRO CARLO VIII.
      CONDIZIONI DELLO STATO FIORENTINO (1495).
     
      1495. E cosí sendo in preda lo stato nostro, venne a Firenze el cardinale di San Malò, primo uomo che avessi el re di Francia, ed avuti quarantamila ducati andò a Pisa, data intenzione di rendercela, almeno el corpo della terra; e statovi pochi dí sanza fare conclusione in beneficio nostro, se ne tornò al re Carlo. El quale vittoriosamente aveva finito con mirabile celerità la impresa di Napoli; perché partitosi da Firenze ed entrato in quello di Roma, papa Alessandro non si potendo difendere, si era accordato seco con condizione di dargli per sua sicurtà alcune terre e per statico un suo figliuolo, e datogli el fratello del Gran turco che era preso a Roma (el quale poco poi morí, e fu opinione avessi avuto dal papa veleno a tempo) entrò in Roma per la settimana santa; ed avendo fatto creare cardinale el vescovo di San Malò, si dirizzò alla volta del reame. Le quali cose sendo intese dal re Alfonso, disperato potersi difendere, lasciato lo stato in mano di Ferrando duca di Calavria suo primogenito, e fattolo creare re lui non piú re chiamato, ma don Alonso, se ne andò in Sicilia in uno convento di frati, dove in termine di non molti mesi morí. Ma poco piú soprastette a fuggirsi el re nuovo Ferrando, perché non avendo el re Carlo ostaculo alcuno alla campagna, ed acquistando ogni dí per universale rebellione de' popoli, tanto terreno quanto e' cavalcava in pochissimi giorni si insignorí di tutto el regno di Napoli, cosa troppo stupenda a considerarla.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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