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      Cognosceva lo imperadore essergli detto il vero, nondimeno non poteva rispondere se non quanto gli commetteva la lega; e però, el dí che si imbarcò per a Pisa, disse agli oratori che per le molte occupazioni non aveva potuto rispondere loro risolutamente, ma che el legato del papa che era in Genova, risponderebbe lui. Andorono al legato, dal quale ebbono che la risposta sarebbe loro fatta dal duca di Milano. Partirono adunche da Genova, e venuti a Milano, richiesono la audienzia dal duca, el quale la dette loro in presenzia del legato del papa e di tutti gli oratori de' collegati; ed aspettando che e' nostri dimandassino la risposta, loro dissono che avendo commessione di ritornarsi a Firenze e faccendo quella via per la quale erano venuti, avevano voluto secondo el debito visitare quel signore ed offerirgli e raccomandargli la città. Parve al duca essere uccellato, e dimandatogli se volevano la risposta, dissono che non avevano commessione intorno a ciò; e replicando lui che lo imperadore gli aveva rimessi a sé, e però che egli gli narrassino quello avevano esposto allo imperadore, acciò che potessi loro rispondere, dissono che era superfluo e che non avevano questa commessione, e sobiungendo lui che non sapeva se questi modi procedevano da troppa prudenzia o da poca bontà, replicò el Gualterotto, che era oratore residente a Milano, che procedevano da poca bontà, ma di altri; e cosí rimanendo uccellati el duca e gli oratori de' collegati, presa licenzia se ne ritornorono a Firenze.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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