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      E però in ultimo per minore male fu necessario fare una provisione, che si mutassi modo del creare gli ufici di fuora, e dove prima n'andava a partito per nominazione un certo numero e si toglieva quello che vinceva per le piú fave, ora andassino a partito per tratta, cioè che si traessi di una borsa generale, in quale erano imborsati tutti gli abili a detto uficio, e di poi tutti quelli che avessino vinto el partito per la metà delle fave ed una piú, si imborsassino e quello ne fussi tratto a sorte, avessi detto uficio. Di che nacque che le elezione cominciorono molto a piggiorare ed a rallargarsi perché per le tratte non andavano a partito uomini idonei come per le nominazioni; ed inoltre quegli squittinati, come avevano la metà delle fave ed una piú, benché l'uno avessi di gran lunga piú fave che l'altro, avessino un medesimo ragguaglio della sorte. Né solo stette questo inconveniente negli ufici di fuora, ma ancora fu origine si facessi di poi, come di sotto si dirà, cosí negli ufici di drento, e nondimeno quegli ne furono autori, non ne conseguirono el disegno loro perché dove prima girando la elezione degli ufici in pochi e strignendosi a un numero di dugento cittadini o pochi piú, soli quegli sarebbono stati amici al consiglio, e gli altri tutti inimici, che erano molto maggiore numero; ora sendo rallargate in gran numero, quasi tutti quegli a chi sarebbe dispiaciuto el consiglio, piace ora loro, in modo che egli ha avuti sanza numero molti piú amici che prima.
      Né si fermando qui e' pensieri loro, anzi tutto dí opponendosi ed intraversandosi nelle cose, era nata una licenzia perniziosa di sparlare publicamente del consiglio de' cittadini di qualunque parte, e dimostrare che noi stavamo meglio al governo de' Medici.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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