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      E fu giudicato cosa mirabile che nessuno di loro, massime fra Ieronimo, non dicessi in tanto caso nulla publicamente o in accusazione o in escusazione sua.
      Cosí fu vituperosamente morto fra Girolamo Savonarola, del quale non sarà fuora di proposito parlare piú prolissamente delle qualità sua; perché nella età nostra, né anche e' nostri padri ed avoli non viddono mai uno religioso sí bene instrutto di molte virtú né con tanto credito ed autorità quanto fu in lui. Confessano eziandio gli avversari suoi, lui essere stato dottissimo in molte facultà, massime in filosofia, la quale possedeva sí bene e se ne valeva sí a ogni suo proposito, come se avessi fattala lui; ma sopra tutto nella Scrittura sacra, in che si crede, già qualche secolo, non essere stato uomo pari a lui; ebbe uno giudicio grandissimo non solo nelle lettere, ma ancora nelle cose agibile del mondo, negli universali delle quali si intese assai. come a giudicio mio dimostrano le prediche sue; nella quale arte trapassò con queste virtú di gran lunga gli altri della età sua, aggiugnendosigli una eloquenzia non artificiosa e sforzata, ma naturale e facile, e vi ebbe drento tanta audienzia e credito, che fu cosa mirabile, avendo predicato tanti anni continuamente non solo le quaresime, ma molti dí festivi dello anno in una città piena di ingegni sottilissimi ed anche fastidiosi. e dove e' predicatori, benché eccellenti, sogliono al piú lungo termine da una quaresima o due in là, rincrescere, e furono in lui sí chiare e manifeste queste virtú, che vi concordano drento cosí gli avversari suoi come e' fautori e seguaci.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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