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      In modo che in Italia non era un convento pari, e lui in modo indirizzava e' giovani in su gli studi non solo latini ma greci ancora ed ebrei, da sperare avessino a essere lo ornamento della religione. E cosí fatto tanto profitto circa alle cose spirituale, non fece ancora minore opere circa lo stato della città ed in beneficio publico.
      Cacciato Piero e fatto el parlamento, la terra rimase molto conquassata, gli amici dello stato vecchio in tanto grido e pericolo, che non bastando alla difesa loro Francesco Valori e Piero Capponi, era impossibile non fussino manomessi ed in gran numero, che sarebbe state gran piaga alla città, per esservi molti uomini buoni, savi e ricchi e di gran famiglie e parentadi, fatto questo, nasceva disunione in quegli che reggevano, come si vidde lo esemplo ne' venti, e dividevansi, per esservi piú di riputazione quasi pari e che appetivano el principato; seguitavane novità e parlamenti, cacciate di cittadini e piú di una mutazione; e forse in ultimo una tornata di Piero violenta, con estremo sterminio e ruina della città. Lui solo fermò questi impeti e movimenti, introdusse el consiglio grande, e cosí messe una briglia a tutti quegli si volevano fare grandi; lui pose l'appello alla signoria che fu un freno da conservare e' cittadini, fece la pace universale, che non fu altro che tôrre occasione di punire quegli dello stato de' Medici sotto colore di ricercare le cose vecchie.
      Furono sanza dubbio queste cose la salute della città e, come lui verissimamente diceva, la utilità e di quegli che nuovamente reggevano e di quegli che per l'adrieto avevano retto; e furono in effetto le opere sue tanto buone, verificatosi massime qualcuna delle predizioni sue, che moltissimi hanno poi lungo tempo creduto lui essere stato vero messo di Dio e profeta non ostante la escomunica, la esamina e la morte.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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