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      E perché egli aveva per donna una sorella carnale del re Carlo, sterile brutta e quasi uno mostro, che l'aveva presa sforzato dal re Luigi suo padre, rifiutata questa moglie con dispensa di papa Alessandro, tolse colla medesima dispensa la reina vecchia, moglie del re Carlo, per avere lo stato di Brettagna di che lei per eredità era duchessa. E perché questa dispensa era molto ardua e difficile e contro a ogni onestà, non l'arebbe ottenuta se non a vantaggio del papa; col quale fece secreta intelligenzia che in caso acquistassi lo stato di Milano, come disegnava volere fare, gli darebbe aiuto a ottenere e' vicariati di Romagna, quali pretendeva essere devoluti alla Sedia apostolica. E cosí unito el papa col re, e vòlto a fare imprese, disegnò fare uno stato per suo figliuolo: ed essendogli mancato, come è detto, el duca di Candia e non avendo altri atto a tanto peso che Cesare Borgia suo figliuolo, stato fatto da lui cardinale, lo privò del cappello, avendo fatto provare che per essere bastardo era inabile, benché prima, quando lo fece cardinale, avessi fatto provare el contrario, e come era legittimo e non suo figliuolo; e lo mandò in Francia imbasciadore al nuovo re e gli dette per donna una franzese del sangue reale, figliuola di monsignore d'Alibret, benché prima avessi cerco di dargli per moglie una figliuola del re di Napoli, che era in Francia, ma invano, perché la fanciulla, non avendo licenzia dal padre, non volle mai acconsentire.
      A questo nuovo re, che era riputato nostro benivolo, mandò la città tre imbasciadori, messer Cosimo de' Pazzi vescovo aretino, Piero Soderini e Lorenzo di Pierfrancesco che si trovava verso Galizia, dove era andato innanzi alla ruina di fra Ieronimo, sendogli dato carico da lui ed e' fautori sua, che e' si voleva fare capo e tiranno della città. Nel medesimo tempo si fece una legge quale, se si fussi seguitata, sarebbe stata utilissima a' giovani, cioè che ogni imbasciadore e commessario generale che andava fuora, avessi a avere uno giovane deputato dagli ottanta che fussi di età di anni ventiquattro insino in quaranta, el quale si trovassi presente a tutte le pratiche e segreti, acciò che imparassi e pigliassi esperienzia e cosí poi quando fussi di maggiore età fussi piú atto a' governi ed allo stato.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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