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      E perché si cognosceva che e' viniziani, per divertire la impresa di Pisa, ci offenderebbono forse dalla banda di Romagna, per avere piú fortezza in quella provincia, fu tolto a soldi nostri con ordine del duca, Ottaviano figliuolo di madonna di Imola, e lei co' figliuoli e discendenti fatta cittadina di Firenze, acciò che la potessi essere donna di Giovanni di Pierfrancesco, rispetto che nel 94, parendo che e modi di Piero non fussino secondo la natura di quella casa, ma costumi Orsini, e che el parentado loro avessi in molte cose nociuto assai alla città, si era fatta una legge che nessuno cittadino potessi tôrre per donna alcuna forestiera che fussi signora o di sangue di signori; e benché detto parentado in fatto fussi contratto, pure non si publicò mai vivente Giovanni, el quale pochi mesi poi mori lasciandola grossa.
      Cosí ordinata la espedizione di Pisa, trovandosi in campo commessario Benedetto de Nerli e di poi Iacopo di messer Luca Pitti, e per sottocommessario Francesco di Pierfilippo Pandolfini, era el nuovo capitano molto sollecito ed industrioso in fare cavalcate, in condurre artiglierie per luoghi montuosi e che era quasi impossibile, ed in effetto in dare ordine a tutte le cose che fussino necessarie a una espedizione. Nel quale tempo el duca di Milano condusse per capitano el marchese di Mantova, e promettendolo a fiorentini per a Pisa, per dubio che el capitano nostro non avessi per male di avere superiore, fu mandato da' dieci in campo Piero Guicciardini per posarlo in questa parte, e cosí per confortarlo a fare qualche impresa ed intendere la intenzione sua; ma di poi si posò questa pratica, perché el marchese si acconciò con viniziani, benché di poi adiratosi con loro, ritornò presto a' servigi del duca.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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