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      Disperati adunche e' viniziani da questa banda, mandorono gente in Romagna alla volta di Marradi, dove a riscontro vi furono mandate parte delle nostre gente, ed el duca di Milano vi mandò potente soccorso sotto el governo del conte di Caiazzo e di Fracasso, in modo che con queste forze e col favore si traeva delle terre di madonna di Imola, facilmente si difese lo stato nostro da quella banda, in modo che renduti vani in ogni luogo gli sforzi de' viniziani, pareva che le cose nostre tutto dí migliorassino e riducessinsi in buoni termini. Aggiugnevasi che nella città pareva ritornassi ogni dí la unione, e già nel consiglio, quando si creavano e' magistrati, non erano difettati piú e' piagnoni che gli altri; in modo che, creandosi del mese di ottobre lo uficio de' dieci che aveva a entrare poi di dicembre, ne furono eletti con messer Guido uno de' capi dell'altra parte, messer Domenico Bonsi, Batista Serristori e Luca di Antonio degli Albizzi, che erano stati fautori del frate.
      Ma sopravenne sulla fine di questo mese uno accidente che rimescolò tutto lo stato nostro; perché e' viniziani, avendo seco e' Medici, ebbono furtivamente in Casentino Bibbiena, per trattato tenuto con certi parenti di ser Piero cancelliere di Piero de' Medici ed eziandio per mala cura di Cappone di Bartolomeo Capponi, che vi era per questi sospetti stato mandato commessario. Fu questa piaga di grande importanza, avendo e' nimici in corpo ed in luogo sí propinquo alla città, e' quali erano molto piú temuti per avere seco e' Medici che avevano molti amici del nostro contado.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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