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      In questo tempo lo uficio de' dieci accrebbe la condotta al conte Rinuccio, che fu cosa perniziosa alla città; e perché si intenda meglio s'ha a sapere che fra e' Vitelli ed el conte era emulazione grandissima perché el conte, sendo di una medesima età che Pagolo e stato molto piú tempo di lui a' soldi nostri, aveva per male che lui gli fussi stato preposto in titolo, e per questa cagione, quando Pagolo fu fatto capitano, si sarebbe alienato da' soldi nostri; se non che per essere tenuto valente uomo e fedele, fu ritenuto con molti prieghi e conservatogli el titolo di governatore del campo e datagli tanta condotta quanta avevano e' Vitelli; e nondimeno non sendo bene contento, piú tosto intraversava ed opponevasi alle imprese di Paolo che altrimenti e tutto dí cercava di salire in piú condotta e piú condizione di lui. Da altra banda Pagolo, avanzandolo cosí di virtú come di titolo comportava male volentieri questa emulazione, né gli pareva giusto el conte avessi condotta quanto lui, e nondimeno, sendo cosí pregato, l'aveva acconsentito, ma non arebbe già patito che egli lo avanzassi di condotta. Nascevano ogni dí fra loro contese e dispareri, che non solo generavano divisione nel campo e tra' soldati, ma ancora nella città, dove l'uno e l'altro aveva molti fautori, chi per amicizia, chi perché giudicassino essere cosí el bene della città; in modo che per questa discussione, che non era piccola, le imprese del Casentino erano ite molto piú debole e fredde che non sarebbono ite.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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