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      Il che intendendo Pagolo, ne fece fare da messer Currado suo cancelliere molte doglienze, in modo che per posarlo fu necessario accrescere la condotta ancora a lui al pari di quella del conte Renuccio.
      E cosí la città si trovò con tanto numero d'uomini d'arme adosso, che non poteva soportare tanta spesa, benché piú volte si fussi fatto el calculo di quegli dovessino tenere e non gli passare; e lo uficio de' dieci ne acquistò tanto carico, e cosí e' primi cittadini, parendo allo universale che e' governassino secondo le loro spezialtà, non secondo la utilità della città, che ne seguí pessimi effetti, come di sotto in altro luogo si dirà.
      Partirono di poi gli oratori e vennono a Ferrara, e quivi aboccatosi con quello principe, pochi dí poi ne andorono insieme con lui a Vinegia, intendendosi che e' viniziani da cuore desideravano lo accordo. Quivi sendosi piú giorni dibattuto le cose nostre, in ultimo. si compromessono tutte le differenzie nel duca di Ferrara, benché per parte della città vi si andassi adagio, dubitando che piú non potessi in lui el rispetto e timore de' viniziani che la giustiza: pure per conforto del duca di Milano vi si concorse.
     
     
      XVIII
     
      LODO DEL DUCA DI FERRARA.
      PAOLO VITELLI (1499).
     
      1499. Con questa azione si finí l'anno 1498, nel quale se bene fussino accidenti grandi nondimeno furono molto maggiori quegli del sequente anno 1499, nei principio del quale el duca Ercole dette in Vinegia el lodo delle nostre differenzie con viniziani. E lo effetto fu che e' viniziani dovessino per tutto dí 25 di aprile, che era il dí di san Marco, avere lasciato Pisa e Bibbiena e tutte le cose tenevano in quello contado e per satisfazione di parte delle spese avevano fatte in quella guerra, dovessino avere da noi in termine di quindici anni ducati centottantamila, pagandone ogni anno ducati dodicimila, dovessino e' fiorentini, recuperando Bibbiena, perdonare a' bibbienesi; ed in caso che e' pisani volessino essere compresi in questo accordo, si intendessi el commerzio e governo della città renduto a' fiorentini, e' quali avessino a riavere tutto el contado di Pisa, a mandare in Pisa uno podestà, con questo che Vicopisano e le fortezze fussino tenute da' pisani per loro sicurtà, ed el duca di Ferrara vi avessi a mandare uno dottore che fussi proposto alle appellazioni, e credo ancora al criminale.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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