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      E fu la proposta loro di natura, che si comprese che e' concorrebbono ancora, quando cosí paressi a quegli cittadini, a levare via el consiglio grande.
      Cominciossi adunche a consultare quello fussi da fare, e si trovorono le opinioni varie: a alcuni pareva che si mutassi lo stato del popolo e creassisi una balia di cittadini che avessino autorità quanto tutto el popolo di riformare e disporre delle cose della città; pareva a alcuni altri che e' non si toccassi el consiglio, ma si togliessino tutti e' cittadini che erano stati gonfalonieri di giustizia o commessari generali o imbasciadori a papi re e duchi, e' quali durassino a vita ed avessino quella autorità che aveva el consiglio degli ottanta con qualche amplificazione piú, come sarebbe che di questo numero s'avessino a creare e' dieci di balía e simili cose; altri giudicavano che el fare tanta alterazione sarebbe con troppa difficultà, scandolo e pericolo, e però, poi che e' non si poteva facilmente correggere tutti e' difetti che aveva el presente governo, che e' si correggessino quegli che erano piú facili al condurgli e piú nocivi alla città; e che fra l'altre cose, la tardità e difficultà del provedere a' danari era quella che era cagione di molti danni e disordini, conciosiaché o non si vincevano le provisione del danaro, o se si vincevano, si vincevano sí tardi e doppo el tempo che giugnevano a cosa fatta; in modo che quello che da principio si sarebbe schifato con mille ducati, non si poteva poi medicare con centomila; e perché la esperienzia tutto dí mostrava che queste provisione avevano piú fave nere che la metà, ma la difficultà era a condurle a dua terzi delle fave, però, che si facessi una provisione che, dove prima bisognava a vincersi nel consiglio una provisione di danari che avessi e' dua terzi delle fave, bastassi per l'avenire ne avessi la metà ed una píú.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382