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      Espugnata che ebbe el Valentino Faenza, ne venne alla volta di Bologna per fare pruova di mutare quello stato ed insignorirsene per la Chiesa, ma vedendo che e' Bentivogli erano drento bene provisti e che la impresa sarebbe lunga e difficile, fatto certo accordo con loro e tocca buona somma di danari, si partí. E non essendo ancora uscito del bolognese, messer Giovanni fece amazzare messer Agamennone figliuolo di messer Galeazzo Mariscotti con certi altri sua fratelli, dicendo avevano tenuta pratica di dare al Valentino Bologna, o perché in fatto fussi vero o pure perché sotto questo colore volessi levarsegli dinanzi, parendogli che messer Agamennone fussi uomo di ingegno ed ambizioso, e che per nobilità e per molti conti avessi séguito e riputazione grande in Bologna. Partito el Valentino di Bologna, se ne venne nel mese di maggio, sendo gonfaloniere di giustizia Lorenzo di Lotto Salviati, in su' terreni nostri, e per la via di Valdimarina ne venne a Campi, avendo lasciato Piero de' Medici a Luiano in bolognese ed avendo con seco Vitellozzo e gli Orsini.
      Dette questa cosa alterazione assai nella città, perché el popolo fece giudicio che e' fussi venuto con ordine de' cittadini principali, e' quali con questo mezzo volessino mutare lo stato, ed accrebbesi questo sospetto, perché essendo entrato Valentino colle gente in Valdimarina che è luogo stretto, fu opinione del volgo che se si fussi mandate le gente si potevano, sarebbe stato rotto, ma che chi l'aveva fatto venire, fussi stato operatore della salvazione sua.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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