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      In modo che dove si credette facessino in prima giunta apuntamento, furono da Lione rimessi a Bles, a Bles dondolati con varie scuse, tanto che vi consumorono in vano circa a otto mesi sanza avere mai una buona parola, anzi ributtati sempre con modi villani dal re, dal Roano e da tutta la corte, e fatto in presenzia loro carezze e date lunghe audienze a Giuliano de' Medici, el quale prometteva loro danari assai, ed aveva per la via di Roma facultà di dare loro sicurtà di banchi. In forma che si ritrasse che la pratica nostra si mandava de industria a lungo e che la intenzione del re non era capitolare con noi, anzi lasciarci correre adosso qualche piena, a fine che o noi stretti dalla necessità ci gli cacciassimo sotto con qualche suo grande vantaggio, o veramente che fussimo forzati rimettere e' Medici in casa, sperando in ogni tempo potersi piú valere di loro che del presente stato; il che si vergognava fare colle arme e forze sue, non avendo nessuna giusta causa rispetto a portamenti nostri e la fede osservata colla casa sua.
      Stavane la città molto sospesa ed in ambiguità grande e sanza speranza di alcuno buono effetto, ma successe che, raffreddando lo accordo di Massimiano col re, lui mandò in Italia alcuni imbasciadori, fra' quali fu Ermes fratello del duca Giovan Galeazzo. Fermoronsi costoro in Firenze piú dí e quivi feciono una capitolazione colla città, che in caso che Massimiano passassi in Italia per la corona dello imperio, la città pel debito aveva collo imperio, fussi tenuta a sovvenirlo di trentamila ducati in certi tempi.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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