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      Rispose el re che era contento vi stessino qualche tempo, ma perché potrebbe essere che n'arebbe bisogno per sé, le voleva potere rivocare a ogni sua posta, non avendo rispetto se ci lasciassi provisti o no. Acconsentillo da principio la città; di poi non se ne sapendo bene risolvere, tutte le gente si partirono e tornorono in Lombardia, di che la città venne a entrare in nuovi pensieri, perché el re, sendo riconciliato con Valentino, prese la volta di Francia; ed el Valentino contro alla opinione di molti che credevano che lo dovessi menare seco in Francia e quivi ritenerlo onestamente, accompagnatolo insino in Asti, se ne ritornò in Romagna agli stati sua. Donde la città trovandosi sanza arme, cominciò a avere gran paura di lui, e benché si intendessi che el re gli aveva alla partita raccomandato lo stato nostro, nondimeno si dubitava che, avendo una occasione di offenderci, non la usassi, avuto poco rispetto al re, col quale, secondo la natura de' franzesi, si truova doppo el fatto facilmente rimedio, e lui ne aveva veduta la esperienzia, sendosi sí intrinsecamente riconciliato seco, non ostante che el re si fussi persuaso che ciò ch'egli aveva fatto, fussi stato per cavarlo di Italia, e massime che nella recuperazione di Arezzo e delle altre cose nostre, el papa ed e' Vitelli e gli Orsini avevano publicamente detto che come el re fussi partito di Italia, ci farebbe uno altro assalto, el quale sarebbe di natura che non sarebbono e' franzesi ogni volta a tempo a liberarci.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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