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      Le cagione perché lui fu in tanto magistrato preposto a tutti gli altri furono molte: era di casa buona e nondimeno non piena di molti uomini, né copiosa di molti parenti, era ricco e sanza figliuoli, era riputato cittadino savio e valente, era tenuto amatore del popolo e di questo consiglio, aveva buona lingua. Aggiugnevasi che si era dal 94 in qua affaticato assai nelle cose della città, e dove gli altri cittadini reputati come lui avevano fuggite le brighe e le commessione, lui solo l'aveva sempre accettate, e tante volte esercitate quante era stato eletto, e però n'aveva acquistato opinione di essere buono cittadino ed amatore delle cose publiche; ed inoltre la multitudine, veduto adoperarlo piú che gli altri e non pensando che la cagione era perché e' simili a lui fuggivano gli ufici, credeva procedessi perché e' fussi piú valente uomo che gli altri. Aggiunsesi el favore datogli da Alamanno ed Iacopo Salviati, e' quali, avendo amici e parenti assai e trovandosi in somma grazia e credito del popolo, né essendo per la età ancora capaci di quello magistrato, messono ogni loro forza che fussi eletto Piero Soderini, mossi non per avere parentado ed amicizia intrinseca con lui, ma perché riputorono che la creazione sua dovessi essere a beneficio della città; e fu di tanta efficacia questo aiuto, che in ogni modo gli accrebbe el quarto del favore. Fu eletto, sendo assente ed ancora commessario a Arezzo insieme con Antonio Giacomini perché Luca d'Antonio degli Albizzi era morto in quegli giorni, in luogo di chi fu poi eletto Alamanno Salviati; ed avuta la nuova della elezione, ne venne in Casentino, pochi dí poi venne in Firenze standosi sempre in casa insino al dí che e' fussi publicato.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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