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      Morto Lorenzo rimase, nel principio, grandissimo con Piero, ed in forma che pel parentado e per la età poteva sperare d'avergli a essere quasi padre; ma cominciato a intraversare seco, gli diventò in modo inimico, che, per mezzo di Cosimo suo figliuolo, tenne pratiche co' figliuoli di Pierfrancesco e col duca di Milano; di che sostenuti e' figliuoli di Pierfrancesco, Cosimo ebbe bando di rubello e Bernardo rimase in Firenze con pericolo e sospetto grande.
      Cacciato Piero e fondato el consiglio grande, a lui dispiaceva sommamente, e però si oppose alle cose del frate e prese uno modo di vivere di non volere onori e starsi a specchio e pure attendere a ciò che si faceva, quanto altro cittadino di Firenze, che acquistò nome di essere ambizioso e male contento, in modo che venne in sommo odio al popolo. Arso el frate, dove si operò assai in beneficio de' cittadini amici del frate, fu fatto gonfaloniere di giustizia, e rifiutollo; di che perdé molto, giudicando assai che in lui fussi una ambizione infinita, la quale non si saziassi degli onori consueti ed ordinari, ma desiderassi una potenzia ed autorità estraordinaria, e nondimeno era riputato tanto savio, che era di gran momento ed aveva fede grande nelle pratiche. Ma poi creato el gonfaloniere, del quale era prima privatamente inimico, lui, seguitando lo stile suo, non volle andare a visitarlo, non mai intervenire a pratiche, e vivendo malissimo contento benché in dimostrazione si fussi ristretto con molti litterati ed attendessi alle lettere ed al comporre, è opinione di qualcuno tenessi qualche pratica de' Medici, tanto che ultimamente, o per paura o per sdegno, si partí da sé e non cacciato dalla città; cosa miserabile a pensarlo, che lui vecchio e che aveva in ogni stato avuto tanto credito, si partissi poi in quella forma; e nondimeno non parve se ne risentissi né curassi persona di qualità alcuna, tanto era cominciata a dispiacere la natura ed inquietudine sua.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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