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      Il che si conosceva ed intendeva a Firenze; ma perché loro, sapendosi bene governare, tenevano sempre tributato Ciamonte o qualcun altro de' primi di corte di Francia, erano in protezione del re e favoriti da lui, in modo che la città per non offendere el re non aveva ardire di manomettergli e benché qualche volta fussino fatti loro de' danni e delle prede non in nome publico della città, ma sotto colori vari, per potersene giustificare e difendere in Francia, nondimeno perché erano rari e di poca qualità per e' rispetti con che s'avevano a usare, non facevano effetto nel rimuovergli da' modi loro. Ma scoprendosi nel conversare co' franzesi di mano in mano la loro natura, e che el procedere dolcemente co' lucchesi era stato el piggiore disegno, perché e' non era dubio che se si fussino offesi gagliardamente sarebbono venuti a qualche composizione e fatto pensiero di volere vicinare bene e fatte le offese vi erano mille modi a giustificarsene e mitigare Francia, e però cominciorono molte volte nelle pratiche e' piú savi cittadini a ricordare che e' sarebbe bene a insegnare loro vivere e trattargli altrimenti che pel passato. Ma perché el gonfaloniere non la intendeva ancora bene ed era pieno di sospetto, si soprasedé piú anni al farne nulla; essendo cosí la sorte della città, che le deliberazione che non gli piacevano, se bene fussino aprovate da tutti gli altri, trovassino difficilmente esito.
      Ma poco poi cominciandosi ancora lui a voltare a questa via, deliberò fare una legge di escludere a' lucchesi tutti e' commerzi e commodità de' paesi nostri, proibire lo scrivere e conversare con loro, ed in effetto non si impacciare con loro come con inimici, di che nasceva che Gherardo Corsini, Lanfredino Lanfredini ed alcuni altri cittadini nostri che avevano trafichi e mercantie con Buonvisi ed altri cittadini lucchesi, bisognava si dividessino e separassino.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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