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      Avisoronne gli oratori a Firenze, e si concluse non si lasciassi per questo, perché quando bene si esprimessi, non lo osserverebbe piú che gli paressi, o se pure lo osservassi, cosí lo osserverebbe promettendolo a parole. E cosí ridata la commessione, l'accordo si conchiuse ne' modi detti di sopra, e ne venne a Firenze le nuove alla fine dello anno 1508, negli ultimi dí. In detto tempo, intendendosi come monsignore di Ciamonte ne era venuto a Milano in poste per apparecchiare le cose necessarie alla espedizione contro a' viniziani, gli fu mandato oratore Francesco Pandolfini.
     
     
      XXXI
     
      SEGUITA L'IMPRESA Dl PISA (1509).
     
      Seguitò lo anno 1509, principio di cose e movimenti grandissimi nel principio del quale si distraevano le cure della città in dua pensieri l'uno: l'assedio di Pisa, l'altro, la espedizione de' príncipi collegati contro a' viniziani; e' successi di che, benché in gran parte venissino in uno tempo medesimo, narrerò separatamente, acciò che la distinzione tolga confusione.
      Lo avere fatto dua campi contro a Pisa uno a San Piero in Grado, l'altro a Librafatta, era di natura, aggiunto allo accordo fatto co' lucchesi ed alla poca vettovaglia che era in Pisa, che la speranza di conseguire quella vittoria tanto desiderata ogni dí cresceva, ma e' lucchesi a chi, non ostante lo accordo, questa reintegrazione nostra era molestissima, porgevano loro continuamente di furto quelle vettovaglie che e' potevano, cosí loro uscendo continuamente di Pisa la notte, ne portavano e di quello di Lucca e de' luoghi nostri di continuo da vivere.


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Storie fiorentine dal 1378 al 1509
di Francesco Guicciardini
pagine 382

   





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