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      «Legge dell'uomo è di peccare il meno possibile. Non peccare affatto è il sogno dell'angelo; ma tutto quello che è terrestre è sottoposto al peccato, poiché il peccato è una gravitazione.»
      Quando vedeva la gente gridare forte e indignarsi subito: «Oh! oh!» diceva sorridendo. «Pare che questo sia un peccataccio che tutti commettono: ecco che gl'ipocriti, spaventati, s'affrettano a protestare ed a mettersi al riparo.»
      Era indulgente colle donne e coi poveri, sui quali grava il peso della società. Diceva: «Le colpe delle donne, dei fanciulli, dei servi, dei deboli, degli indigenti e degli ignoranti sono le colpe dei mariti, dei padri, dei padroni, dei forti, dei ricchi e dei sapienti.»
      E ancora: «A coloro che ignorano, insegnate più che potete. La società è colpevole di non dare gratuitamente l'istruzione ed è responsabile delle tenebre che produce. Se un'anima è piena d'ombra, il peccato vi si commette; ma il colpevole non è quegli che ha fatto il peccato, bensì colui che ha fatto l'ombra.»
      Come si vede, aveva una strana sua maniera di giudicare le cose. Io sospetto che la ricavasse dal vangelo.
      Un giorno, udì parlare in un salotto d'un processo penale che si stava istruendo e doveva essere discusso di lì a poco. Un disgraziato, per amore d'una donna e del figlio che ne aveva avuto, allo stremo delle sue risorse, aveva fatto moneta falsa; ora, a quel tempo i falsari erano ancora puniti colla morte. La donna era stata arrestata, mentre spacciava la prima moneta falsa fabbricata dall'uomo: era in gabbia, ma si avevan prove soltanto contro di lei; ella soltanto poteva accusare il suo amante e perderlo, confessando.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886