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      Se i capelli erano corti, erano tuttavia irti; poiché incominciavano a spuntare un poco e sembrava non fossero stati tagliati da qualche tempo.
      Nessuno lo conosceva; era evidentemente un viandante di passaggio. Donde veniva? Dal mezzodì e forse dalla costa, poiché aveva fatto il suo ingresso in Digne dalla via che sette mesi prima aveva visto passare l'imperatore Napoleone, che andava da Cannes a Parigi. Quell'uomo doveva aver camminato tutto il giorno e pareva stanchissimo; alcune donne del vecchio borgo che si stende nella parte bassa della città l'avevan visto fermarsi sotto gli alberi del viale Gassendi e bere alla fontana all'estremità della passeggiata; e bisogna dire che avesse molta sete, poiché alcuni fanciulli che lo seguivano lo videro ancora fermarsi a bere, duecento passi più lontano, alla fontana in piazza del mercato.
      Giunto all'angolo della via Poichevert, prese a sinistra e si diresse al municipio; entrò e ne uscì un quarto d'ora dopo. Un gendarme stava seduto vicino alla porta, sul banco di pietra sul quale salì, il 4 marzo, il generale Drouot per leggere alla folla sgomenta il proclama del golfo Juan; l'uomo si levò il berretto e salutò umilmente il gendarme. Questi, senza rispondere al suo saluto, lo guardò con attenzione, lo seguì per qualche tempo collo sguardo e poi rientrò nel municipio.
      V'era allora in Digne un bell'albergo, all'insegna della Croce di Colbas, che aveva per albergatore un certo Giacomino Labarre, uomo tenuto in considerazione nella città, per la sua parentela con un altro Labarre che conduceva a Grenoble l'albergo dei Tre Delfini e che aveva prestato servizio militare nelle guide.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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