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      Fatto sta che picchiò sul vetro pian piano, ma nessuno l'intese.
      Battè un secondo colpo. Stavolta, udì la donna dire:
      «Marito mio, mi pare che bussino.»
      «No,» rispose lui.
      Egli battè un terzo colpo.
      Il marito s'alzò, prese la lucerna ed andò ad aprire la porta. Era un uomo d'alta statura, mezzo contadino e mezzo artigiano; un grande grembiale di cuoio gli giungeva fino alla spalla sinistra e ne sporgevano un martello, un fazzoletto rosso e una fiaschetta da polvere trattenuti dalla cintura come da una tasca. La testa rovesciata all'indietro e la camicia largamente aperta e rivoltata mostravano un collo taurino, bianco e nudo; aveva sopracciglia folte, enormi favoriti neri, gli occhi a fior di testa, la parte inferiore del viso simile a un muso e, diffusa, quell'inesprimibile aria d'essere in casa propria.
      «Perdono, signore,» disse il viandante. «Potrete darmi, pagando, un piatto di minestra e un cantuccio per dormire sotto la tettoia, laggiù in cortile? Può farmi il piacere? Pagando, s'intende.»
      «Ma voi, chi siete?» chiese il padron di casa.
      L'uomo rispose: «Arrivo da Puy-Moisson ed ho camminato tutto il giorno: ho fatto dodici leghe. Lo potreste, dunque? Pagando?»
      «Io non ricuserei,» disse il contadino «di dare alloggio a qualche persona per bene, che pagasse. Ma perché non andate all'albergo?»
      «Non c'è posto.»
      «Bah! Impossibile. Non è giorno di fiera e neppure di mercato; siete andato da Labarre
      «Sì.»
      «Ebbene?»
      Il viaggiatore rispose con imbarazzo: «Ma, non so...; non mi ha ricevuto.»
      «E siete andato da coso in via Chaffaut?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Puy-Moisson Labarre Chaffaut