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      Finché monsignore stava zitto ella gli parlava risolutamente, con un misto di rispetto e di libertà; ma non appena egli cominciava a parlare, obbediva passivamente, come abbiam visto, al pari della signorina Baptistine, la quale, invece, non parlava neppure, e si limitava ad ubbidire ed a compiacere al fratello. Neppure da giovane, era mai state bella, con occhioni celesti a fior di testa ed il naso lungo e arcuato; ma tutto il suo volto e la sua persona spiravano, come abbiam detto in principio, una bontà ineffabile. Era stata sempre predestinata alla mansuetudine; ma la fede, la carità e la speranza, tre virtù che scaldano dolcemente l'anima, avevano a poco a poco elevato quella mansuetudine fino alla santità. Se la natura ne aveva fatto solo una pecorella, la religione ne aveva fatto un angelo. Povera santa donna, dolce ricordo scomparso!
      La signorina Baptistine ha in seguito narrato tante volte quel che successe al vescovado quella sera, che, parecchi ancor vivi, ne ricordano i minimi particolari.
      Nel momento in cui il vescovo entrò, la signora Magloire stava parlando con vivacità, intrattenendo la signorina sopra un argomento che le era familiare ed al quale il vescovo era avvezzo; si trattava del saliscendi della porta d'ingresso.
      Sembra che, recandosi a fare provviste per la cena, la signora Magloire avesse inteso dire qualcosa. Si parlava d'un girovago con una brutta faccia: era giunto un vagabondo sospetto, che doveva trovarsi in qualche parte della città e poteva darsi che si preparassero brutti incontri per coloro che pensavano di rincasare tardi, quella notte.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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