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      Di sua iniziativa, aveva aggiunto allo ordinario del vescovo una bottiglia di vino vecchio di Mauves.
      Il volto del vescovo assunse improvvisamente quell'espressione d'allegrezza delle nature ospitali: «A tavola!» disse con vivacità. Com'era sua abitudine, quando aveva forestieri a tavola, fece seder l'uomo alla sua destra e la signorina Baptistine, perfettamente tranquilla e naturale, prese posto alla sua sinistra. Poscia il vescovo disse il benedicite e servì egli stesso la minestra, secondo la sua abitudine; l'uomo si mise a mangiare avidamente.
      Ad un tratto il vescovo disse: «Mi sembra che manchi qualche cosa, su questa tavola.»
      Infatti, la signora Magloire aveva messo in tavola solo le tre posate assolutamente necessarie; ora, l'uso della casa voleva che, quando il vescovo aveva qualcuno a cena, venissero disposte sulla tavola le sei posate d'argento, innocente pompa. Quella graziosa apparenza di lusso era una specie di affascinante fanciullaggine, in quella casa dolce e severa, che elevava a dignità la povertà.
      La signora Magloire comprese l'osservazione ed uscì senza dir parola; un momento dopo le tre posate richieste dal vescovo scintillavano sulla tovaglia, simmetricamente allineate davanti a ciascuno dei tre convitati.
      IV • RAGGUAGLI SULLE FABBRICHE DI FORMAGGIO DI PONTARLIEREd ora, per dare un'idea di quel che si svolse intorno a quella tavola, non sapremmo far meglio che trascriver qui un brano d'una lettera della signorina Baptistine alla signora di Boischevron, nella quale il dialogo fra il vescovo e l'ospite è raccontato con ingenua minuziosità.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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