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      Il vescovo continuava a dormire in una pace profonda, sotto quello sguardo spaventoso.
      Un riflesso della luna lasciava confusamente scorgere sopra il camino il crocifisso, che pareva aprisse le braccia ad entrambi, con una benedizione per l'uno ed un perdono per l'altro.
      All'improvviso Jean Valjean si rimise in testa il berretto, si mosse rapidamente, lungo il letto e senza guardare il vescovo, verso lo stipo che s'intravedeva vicino al capezzale. Sollevò il paletto di ferro, come per sforzarne la serratura; ma la chiave era dentro e l'aperse; la prima cosa che gli apparve fu il paniere dell'argenteria. Lo prese, attraversò la camera a grandi passi, e, senza darsi pensiero del rumore, raggiunse la porta, rientrò nell'oratorio, aperse la finestra e, afferrato il bastone, scavalcò il davanzale della finestra, ficcò nel sacco l'argenteria, buttò via il paniere, traversò il giardino, balzò oltre il muro come una tigre, e fuggì.
      XII • IL VESCOVO LAVORAL'indomani, al sorger del sole, monsignor Bienvenu passeggiava in giardino, quando la signora Magloire accorse, tutta sconvolta.
      «Monsignore, monsignore,» gridò. «Sa vostra grandezza dove sia il cesto dell'argenteria?»
      «Sì,» disse il vescovo.
      «Gesù sia benedetto!» ella riprese. «Non sapevo più che ne fosse.»
      Il vescovo aveva raccattato allora allora il cesto in un'aiuola e lo presentò alla signora Magloire.
      «Eccolo.»
      «Ma come!» ella fece. «Non c'è dentro nulla! E l'argenteria?»
      «Ah!» ribatté il vescovo. «Allora è l'argenteria che vi preoccupa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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