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      Era rimasto solo il vescovo che riempiva tutta l'anima di quel miserabile d'un magnifico splendore.
      Valjean pianse a lungo. A calde lacrime, pianse fra i singhiozzi, più debole d'una donna, più sgomento d'un bimbo. E mentre piangeva, la luce, straordinaria, incantevole e terribile ad un tempo, si faceva sempre più strada nel suo cervello. La vita passata, la prima volta, la lunga espiazione, l'abbrutimento esterno e l'interno irrigidimento, la sua liberazione, rallegrata da tanti piani di vendetta, quel che gli era capitato in casa del vescovo e l'ultima cosa commessa, quel furto di quaranta soldi ad un fanciullo, delitto tanto più vile e mostruoso in quanto veniva dopo il perdono del vescovo, tutto gli tornò in mente, gli apparve chiaro, ma in una luce non mai vista fino ad allora. Guardò la sua vita e gli parve orribile, la sua anima e gli parve spaventevole; pure, un dolce chiarore si diffondeva su quella vita e quell'anima. Gli sembrava di veder Satana alla luce del paradiso.
      Quante ore pianse così? Che fece, dopo aver pianto? Dove andò? Nessuno lo seppe mai. Sembra solo che, quella notte stessa, il vetturale a quel tempo in servizio da Grenoble che arriva a Digne verso le tre del mattino, abbia veduto, in via del vescovado, un uomo in preghiera, inginocchiato sul lastrico, nell'ombra, davanti alla porta di monsignor Bienvenu.
      LIBRO TERZOL'ANNO 1817
      I • L'ANNO 1817
      Il 1817 è l'anno che Luigi XVIII, con regale sfacciataggine non priva di fierezza, qualificava ventiduesimo del suo regno.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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