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      La bimba di quella donna era uno dei più divini esseri che si possano vedere; dai due ai tre anni, avrebbe potuto gareggiare colle altre due piccine per la civetteria dell'abbigliamento; aveva una cuffietta di lino finissimo, un giubbettino coi nastri e un berretto con pizzi di Valenciennes. L'orlo della sottanina, rialzato, lasciava vedere la coscia bianca, grassoccia e soda; era mirabilmente rosa e florida tanto che avrebbe fatto venir la voglia di mordere i pomelli delle sue gote. Non si poteva dir nulla degli occhi, se non ch'essi dovevano essere grandissimi e con ciglia magnifiche: dormiva, infatti di quel sonno fiducioso proprio della sua età. Le braccia delle madri sono fatte di tenerezza ed i bimbi vi dormono profondamente.
      Quanto alla madre, il suo aspetto era povero e triste: vestiva da operaia sul punto di divenire contadina. Era giovane, ma era bella? Forse, benché in quell'abbigliamento non lo sembrasse. I capelli, dai quali sfuggiva una treccia bionda, parevano foltissimi, ma scomparivano severamente sotto una cuffia da beghina, brutta, aderente e stretta, legata sotto il mento. Il riso mostra i bei denti, quando si hanno; ma la donna non rideva ed i suoi occhi sembravano asciutti da poco. Pallida, l'aspetto stanchissimo ed un po' malato; guardava la figlia addormentata nelle sue braccia con quell'espressione particolare delle madri che hanno allattato il loro piccolo. Un gran fazzoletto celeste, somigliante a quelli che usano gli invalidi per soffiarsi il naso, ripiegato a fichu, le nascondeva goffamente il busto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Valenciennes