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      Fantine s'offerse come serva nel paese; girovagò da una casa all'altra, ma nessuno volle saperne di lei. Non aveva potuto lasciare la città; il rigattiere verso il quale era in debito per i mobili (e che mobili!) le aveva detto: «Se ve ne andate, vi faccio arrestare come ladra.» Il padrone di casa, al quale doveva il fitto, le aveva detto: «Siete giovane e graziosa, potete pagare.» Ella divise i cinquanta franchi fra il padrone di casa ed il rigattiere, restituì al negoziante i tre quarti del mobilio, conservando il necessario e si trovò senza lavoro, senza mezzi, col solo letto e un debito residuo di circa cento franchi.
      Si diede a cucire camicie grossolane per i soldati della guarnigione, e guadagnò così dodici soldi al giorno: la figlia gliene costava dieci. In quel momento incominciò a pagare irregolarmente i Thénardier.
      Pure, una vecchia che le accendeva la candela, quando rincasava la sera, le insegnò l'arte di vivere nella miseria. Dietro il vivere di poco, c'è il vivere di nulla; sono come due camere, oscura la prima, buia la seconda.
      Fantine imparò come si possa far a meno del fuoco d'inverno, come si rinunci ad un uccelletto che vi mangia un quattrino di miglio ogni due giorni, come della sottana si faccia la coperta e della coperta la sottana; come si risparmi la candela mangiando alla luce della finestra dirimpetto. Non si conosce quel che certi esseri deboli, invecchiati nelle privazioni e nell'onestà, sanno ricavare da un soldo; finisce per essere un'abilità. Fantine acquistò questa sublime abilità e riprese un po' di coraggio.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Thénardier