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      Se Felice Tholomyčs fosse rimasto nella sua provincia e non avesse mai visto Parigi, sarebbe stato uno di questi.
      Se fossero pił ricchi, si direbbe: «Sono eleganti.» Se pił poveri: «Sono fannulloni.» Sono semplicemente oziosi; e ve ne sono di noiosi, d'annoiati, di fantasticoni e perfino di faceti.
      A quel tempo, un elegante si componeva d'un grande collo di camicia, gran cravatta, orologio con ciondoli, tre panciotti sovrapposti di vario colore, dei quali il celeste ed il rosso all'interno, una giubba di color oliva dalla vita corta, a coda di rondine, con doppia fila di bottoni d'argento ravvicinati che arrivavano fino alla spalla e un paio di calzoni oliva chiaro, ornato sulle costure da un certo numero di bande indeterminato, ma sempre dispari e variabile da uno ad undici, limite che non veniva mai superato. Aggiungete un paio di stivali bassi, con piccoli ferri ai tacchi, un cappello a cilindro dalle falde strette, un ciuffo di capelli, un enorme bastone ed un modo di discorrere infiorato dei giuochi di parole di Potier. E soprattutto, speroni e baffi; in quell'epoca, i baffi indicavano il borghese e gli speroni rivelavano il pedone.
      L'elegante provinciale portava gli speroni pił lunghi ed i baffi pił terribili. Era il tempo della lotta delle repubbliche dell'America del sud contro il re di Spagna, di Bolivar contro Morillo: ora, i cappelli a falde strette erano realisti e si chiamavano morillo, mentre i liberali portavano il cappello a larghe falde, che si chiamava bolivar.
      Dunque, otto o dieci mesi dopo quello che si č raccontato nelle pagine precedenti, verso i primi di gennaio del 1823, una sera in cui era nevicato, uno di questi eleganti, oziosi, un «ben pensante» con in testa un morillo, ravvolto nel caldo riparo d'uno di quei grandi mantelli che, durante i tempi freddi completavano l'abbigliamento di moda, si divertiva a tormentare una creatura che camminava in su ed in gił, in abito da ballo tutta scollacciata, con alcuni fiori in testa, davanti la vetriata del caffč degli ufficiali.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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